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Pagina:Abba - Da Quarto al Volturno.djvu/115

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signore ci disse che dal giorno innanzi la sua famiglia non aveva mangiato, colta dalla rivoluzione senza provviste in casa. E soggiungeva: «Siete arrivati così di sorpresa!».

— Però siete contenti? — gli chiesi.

— Santo Diavolo; siete i nostri liberatori!

Ce n’andammo, avviandoci ai Benedettini, dove era la nostra compagnia e ci abbattemmo nel cavallo del capitano Bovi, steso sotto un androne; quel povero cavallo che già aveva rischiato d’essere ucciso, la notte della discesa da Gibilrossa.

— Questo è il cavallo, che quello sia il padrone? — disse Bozzani, inoltrandosi verso un morto che giaceva più in là. — Oh... vedi... vedi... è quel povero ragazzo che nella prima marcia da Marsala, fu messo in mezzo a noi da quel vecchio...!

Doveva essere proprio quel giovinetto. Io non lo avevo più riveduto da quella prima volta, e a trovarlo là mi si mescolò il sangue con disgusto indicibile. Avessi potuto volare sulla capanna di quel vecchio, che in quel momento vidi nella pace lontana dell’orizzonte, a sentire se il cuore non gli diceva nulla!

- Senti ? disse Bozzani tendendo l'orecchio, e ci ponemmo di corsa verso un urlìo di donne. « Al sorcio al sorcio ! gridavano, sorcio è !» Non arrivammo in tempo. Dieci o dodici furie avevano già fatto in pezzi un povero birro. Gli avevano