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Pagina:Abba - Da Quarto al Volturno.djvu/182

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terre come queste e più deliziose. La Grecia non potè, non potrebbe essere che laggiù. Par di sentire un profumo d’antico e un suono da quella parte venuto in qua nell’aria, nell’acque; dolce oggi come allora quando Virgilio cantava gli amori dell’Alfeo con l’Aretusa.

E Sant’Alessio è un fortino lì sulla via, fatto anticamente per dar da ridere ai barbareschi. Non v’è una guardia, ma quel vecchio cannone da quella balestriera come parca che ammiccasse! Raveggi, passando meco a piè del forte, mi disse: «Ecco il mio sogno! Aver quarant’anni e più ed esser messo qui con quattro veterani slombati. Me ne starei sdraiato ora su d’uno spalto ora d’un altro, guardando il mare attento attento, invecchiando adagio adagio, bevendo a sorsi la vita, il vino e le fantasticherie della mia testa».

In riva al mare.

Comincio a vedere chiara l’ultima punta di Spartivento. Quando da giovanetti dicevamo in versi: Dall’Alpe a Spartivento! io questi azzurri gli aveva indovinati, veduti, respirati. Ma ora non