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Pagina:Abba - Da Quarto al Volturno.djvu/222

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esse non siano più, più, assolutamente più? Vero è che sul campo la morte non par nemmeno morte! — Qui è proprio un trapasso.

Sopra Valle. 2 ottobre. Mattino.

«Ma finita la battaglia, allora avresti veduto quanta audacia e quanta forza d’animo...». A chi faremo l’onore delle parole di Sallustio? Ci sono dei Bavaresi saliti a morire fin sulla vetta di Monte Caro, in mezzo ai nostri; vi sono dei garibaldini che rovinarono, inseguendo a farsi ammazzare, fin quasi laggiù alle case di Valle. Questi morti bavaresi che giacciono nelle loro divise grigie, sono ancora pieni di ferocia nelle faccie mute. Omaccioni quadrati, non più giovanissimi, alcuni con delle grinze. Le loro fiaschette, chi le tocca, sono ancora mezze d’acquavite. Dovevano aver mangiato e bevuto bene, poche ore prima di venir alla battaglia, contro i nostri quasi digiuni. Lassù, proprio sul cocuzzolo di Monte Caro, un d’essi trovò un piccolo recinto, fatto d’un muricciuolo a secco, forse per gioco, da pastorelli. Egli vi si mise dentro e non ci fu più verso a scacciarlo, neppur quando, fuggiti i suoi, rimase solo. Lo dovettero finire come una belva in rabbia, perchè di là dentro avventava baionettate tremende. Nel suo libretto si trovò che egli si chiamava Stolz, di non so qual