Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/139

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«E tu, — sclamò — dovevi risponderle, che se suo figlio vuole una moglie, se la vada a cercare nelle terre di Calvino, di Lutero, in Turchia....!

«Turchia? — disse il signor Fedele — o che è questo, ch’ella mi fa tremare le gambe?

«Bisognerebbe che tu fossi stato a D.... sarà giusto un mese, per sapere ciò che dico! Bisognerebbe avere inteso le parole, che colui osò dire al pievano di laggiù. Cose da temere che gli si aprisse la terra sotto i piedi! Ah Fedele, quale sventura, se tua figlia volesse bene a quell’empio!»

«Oh Dio! che può essere, e forse è!

«Non sai che colui è stato scolaro di don Marco?

«Sicuro!....

«E che dalla casa di questo matto benedetto alla tua, non v’ha di mezzo che il vicolo?

«Già!

«Credilo a me, quando quella signora venne, i due giovani avevano bell’e fatto l’accordo.

«Eppure non si sono parlati mai....! disse il signor Fedele rotando gli occhi.

«Oh! quanto a questo, pensa alla tua giovinezza. Fedele, questa passione, se v’è, la levo io dal cuore di Bianca. Una ragazza non deve porre in pericolo l’anima sua.... dell’anime non ne abbiamo che una, e con un Volteriano per marito, essa non si salverebbe di certo. Fammela vedere.

«Sì! sì! padre, e badi a convertirla; io poi farò il debito mio verso lei, e verso San Francesco....»

Così dicendo, mise dentro la palazzina il frate, e salirono in sala. Là cortesie e accoglienze liete tra damigella Maria e Margherita e quest’ultimo; il quale chiesto di Bianca, gli fu insegnato dalla sorella la camera del piano di sopra, dov’era. Ed egli fece la scala accompagnato dalle benedizioni delle due donne, cui pareva gran ventura la visita d’un uomo, che forse veniva recando seco il segreto della consolazione.