Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/166

Da Wikisource.

— 160 —

ed è invece una fondura ampia, selvosa e sonante di molte acque! La donna mesta, pensava a suo figlio, che forse guardava in quell’istesso momento e più da vicino il gran monte; e mandò a questo uno sguardo d’amore: poi come si sentì le lagrime negli occhi, se n’andò diffilata nel presbiterio.

«O signora Maddalena!» — sclamò donna Placidia venendole incontro, a passi leggeri come d’un lepre, e tendendole le braccia che apparivano in tutta la loro esilità, nelle maniche della veste strettissime secondo l’usanza d’allora: — ha fatto pur bene a venire quassù un poco, sono così sola che dalla gran noia mi butterei ai pesci....»

E così dicendo, e ascoltando le scuse della signora, la condusse nel salotto; dove s’era seduta pochissime volte con tanta libertà, e da padrona come quel giorno.

«Ho pensato — diceva la signora mettendosi a sedere di faccia a donna Placidia: — ho pensato anch’io, che ella si doveva annoiare, e dissi tra me: lasciami andare a vedere come sta.... intanto potrò avere notizie dei nostri paesani, che chi sa in quali acque si troveranno...

«Non ne so nulla io, — rispondeva l’altra: — ma pensiamo un po’; sono alla guerra e basta! Oh! chi l’avrebbe detto che anche al signor pievano sarebbe toccato pigliare uno schioppo.... Per me quasi pensavo sin qui che le fossero cose da celia.... e invece....! E sapesse quanti ammalati, hanno fatto chiamare mio fratello, di questi giorni! Pare proprio che si sian data l’ora.... e già ne son morti due lassù nei boschi, senza prete; e ad uno che era più vicino, sono andata a raccomandare l’anima io stessa.... l’ho benedetto coll’acqua santa.... gli ho messa la stola sul letto.... mi sono ingegnata....!»

Proprio in questo punto, arrivava don Apollinare grondante sudore, e colla giumenta ridotta che se avesse avuto a fare un altro quarto di miglio gli sarebbe cascata sotto. Smontò a fatica, tanto avevò indolenzite le gambe; e lasciata la bestia che andi,