Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/237

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tissime...! E poi uno sia reo quanto si vuole...; più della colpa mi stupisce questo, che i più caldi a volerlo morto, sono coloro che credono esservi un luogo nell’altra vita, dove lo spirito nostro si purga: ora se là, perchè non si potrà diventare migliori anche qui...?»

A queste parole si levò un bisbiglio, somigliante al ronzio che farebbe uno sciame d’api, turbato improvvisamente nella sua pastura: e fu uno scontento, un volgersi di teste, uno scuotersi di code, uno scarpiccio irrequieto, da non potersi dire. Giuliano da qual parte mirasse, vedeva nasi agricciati, menti sporti, sorrisetti schifiltosi; ma non uno degnò di rimbeccare, come avrebbe meritato, quel plebeo; il quale aveva osato entrare là con in capo certi pensieri; su per giù come un villano, che vi fosse venuto colle scarpe inzaccherate.

Egli semplice nell’atto, sereno in viso, e nulla maravigliato, stette un poco a quella sorta di temporale: poi rivoltosi alla marchesa le disse, che se nulla avesse a comandargli, gli bisognava partire; e si levò in piedi. La gentildonna accennò col capo, si levò anch’essa, gli dette a toccare la punta delle sue dita sottili e fredde; lo guardò bene, quasi per accertarsi se egli fosse davvero quel Giuliano, di cui le parlava la lettera di don Marco; e avuto l’ultimo inchino, lo lasciò che andasse.

I servi stupirono di vederlo partire così in fretta, ed egli quando fu sulla via, diede una grande rifiatatona. La notte era molto innanzi; la luce dei fanali pallida e poca; l’aria quieta. Si sentì allora, come un pesce che sguisciato di mano al pescatore, dà due o tre saltelloni sulla spiaggia e si rituffa nell’acqua: andò a zonzo una pezza, e si ritirò che era la mezzanotte. A vedere le pareti della sua camera, sciolte e senza ornamenti salvo che di alcuni quadri di santi, effigiati per modo da parere più alla tortura che fra le gioie del paradiso; fece paragone di quella sua abitazione con la sontuosissima della marchesa; e coi soffittoni, dove il popolo della città, allora come oggi, nasceva e moriva, sopra poca