Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/337

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di comperarsi con quelli un poderetto, non volendo più battersi il petto a quel mestiere di campanaro e di seppellitore: e qui per non so quali accoppiamenti d’idee, rammentandosi del pievano, chiese sorridendo:

«E don Apollinare, che cosa dice di me?

«Non so — rispose Giuliano — io a D.... vi passai alla sfuggita; e poi tra me e lui, lo sapete, non si era troppo d’accordo.

«Se lo so! Ma io, vede, il torto l’ho sempre dato a lui. Sicuro che non l’andava a dire in piazza: ma so che cosa vale il pievano, e quanto pesano quei di D...... uno per uno..... Oh! se i tempi si mutano! Se questi signori Francesi san fare davvero quello che dicono! Allora sì che ci torno laggiù, e vedranno Mattia.....

«Appunto, vorreste farmi un servizio?

«Tengo la vita per lei, io.....

«Ebbene, voi dovete andare infino a D.... senza aspettare nè Francesi nè altro....

«E il negozio qui, chi me lo tira innanzi?

«In due giorni potete andare e tornare....

«Gesummaria, tornare! Allora sì che me le pianterebbero sei palle in petto!

«Oppure potete rimanere là. L’importante si è che andiate da mia madre a dirle, che quella sua idea di venire a stare da queste parti la smetta, perchè la guerra rincomincia, e potrebbe trovarvisi in mezzo. Pensi a stare di buon animo e tranquilla sul conto mio; ditele che tornerò in tempi migliori e vicini; ma badate a non dirle che io sono qui al campo dei Francesi.

«Ma, e se io do un calcio alla baracca, e parto fin da questa sera?

«Il denaro paga, e il poderetto a D.... lo troveremo vicino ai miei.

«Lasci fare a me.... se domani non mi vedrà più qui a vendere acquavite, s’immagini che io sono a D....

«E dite ancora a mia madre che le raccomando Tecla....

«Tecla.... ah....! sta bene.