Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/377

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gnor Fedele si volse a guardare indietro, ma il padre Anacleto non v’era più. Costui aveva capito che proprio l’Alemanno non faceva per celia; e indovinando così alla grossa la cagione del suo cruccio, s’era ingegnato a voltare l’asina, la quale dopo molte strappate, riuscita a porsi cogli orecchi a quella volta dove aveva la coda; discese di castello con molto travaglio; trapassò il borgo a pie’ di questo; e infilò la via che non credeva dover rifare così presto, con quel po’ di peso sopra la groppa.

«Ah! l’ingrato scortese! — borbottava il frate fuggendo — se questa è la creanza che t’hanno insegnata dalle tue parti, tu devi essere uno di quei baroni, che in dodici non ne fanno uno dei nostri! Io mi sono stillato il cervello per darti una moglie, mi metto a questi passi col po’ di sole che c’è, con questo po’ di marrani paesani tuoi che farebbero ingiuria al paradiso; tutto per venirti a vedere...: e tu mi fai l’accoglienza del lupo? Scacci come uno straccione un frate, che ha dette per te tante bugie...? vai, che ho lavato la testa all’asino; ma nulla nulla che la palla mi balzi destra, se io non le do mio danno, vedrai!»

Facendo queste ed altre querele, il frate s’allontanava da D..., invelenito per quell’accoglienza inattesa. Tirava anche i suoi conti sul bel guadagno avuto in quel negozio; e oltre l’ingratitudine dell’Alemanno, gli sommavano l’inimicizia di quel Giuliano, il quale avrebbe potuto trarlo chi sa in che guai, massime se le cose dei giacobini finivano a bene... Questo pensiero gli faceva sudare le tempia; e Marta che lo credette occupato d’alte cose, quando lo vide la seconda volta passare vicino al calesse, senza dire nè ai nè bai; forse gli fu più giusta di Anselmo, che gli tirò dietro a campane doppie, come abbiamo visto! Al primo guado che trovò varcò il torrente; e maledicendo la propria ventura, e macchinando di ricattarsi sul signor Fedele, si ridusse mortificato al convento.

Intanto il padre di Bianca, rimasto sulla porta della