Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/97

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ceva un miglio. Appena potè alzare i sigilli e aprire i fogli, brillò tutto nel volto e nella persona. Era proprio la licenza, che i suoi, gente d’alto stato, gli avevano ottenuta dall’Imperatore. Essi n’erano in collera; ma come lo sapevano uomo di forti propositi, s’erano acconciati a quel fatto maldicendo la maliarda italiana, e pregando per lettera il generale a vedere almeno che la sposa fosse zitella dabbene.

Come ebbe letto, l’uffiziale si fregò le mani, si rassettò addosso i panni, diè una scossa del capo; e via di buona gamba a casa il signor Fedele.

Costui pareva fosse all’uscio ad aspettarlo; perchè egli non aveva per anco stesa la mano al cordoncino del campanello, e già l’imposta s’apriva, lasciando vedere la persona dell’arzillo leguleio; il quale presolo per mano, lo trasse dentro con paterna dimestichezza.

Messisi a sedere, là proprio dove, giorni innanzi, la signora Maddalena e il signor Fedele avevano avuto il colloquio che noi sappiamo; l’uffiziale fu primo a parlare della faccenda, e dopo lungo discorso, porse le carte allo suocero, che gli pareva un Dio.... Questi presele come roba che aveva in pratica, si pose a guardarle ammirando l’aquile, le corone, i suggelli; tutte cose significanti la razza gentilesca e il gran luogo ove il barone era nato. Non vi lesse dentro, perchè non ci si sarebbe raccappezzato; ma assicurando l’uffiziale che non era mestieri di tanto, ripose i fogli, gli strinse le mani, vezzeggiandogliele e guardandolo in guisa, che il poveretto, a vederlo come si lasciava fare, aveva l’aspetto d’un leone in balia d’una volpe spelacchiata.

«Ed ora se le par tempo — disse alfine il barone dolcemente — vorrei vedere Bianca...»

Il signor Fedele balzò ritto, come per rispondere al desiderio più ratto del desiderio stesso; e corse per la fanciulla nell’altre stanze, lasciando lui colla mano sul cuore pieno di un senso, che gli rammentava gli strani ribollimenti di sangue provati sul cominciare delle batta-