Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/195

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Capitolo ottavo. 137

nione che trattasi di una necropoli o di un santuario, essendo gli obelischi maggiori, che tutti portano presso a poco le stesse incisioni, dedicati ai singoli membri della dinastia regnante, od innalzati come fari del culto e della fede. Non potrebbe quella porta che sta scolpita ai piedi di molti degli obelischi, avere allusione all’ingresso nella nuova e forse miglior vita? Vediamo tanti monumenti moderni che vorrebbero esprimere lo stesso concetto! E quelle forature nella piattaforma, non potevano servire ad accendere fuochi per tener viva la memoria del trapassato, o a ricevere offerte che gli amici e i parenti deponevano in omaggio al defunto, e che i poveri raccoglievano? Sono usi che vediamo ancora oggi praticati in alcuni paesi. E non c’è a stupire se di una città, anzi di una civiltà, non restano che poche tracce di lavori dedicati alla fede e ai morti. La stessa cosa vediamo negli avanzi di quasi tutte le città romane, nei giganti dell’antico Egitto, nei colossali templi dell’India, dove quasi nessuna traccia ne resta che ci dia idea della vita privata di quelle popolazioni che vivevano forse sotto meschine capanne o entro grotte, ma lasciarono quei ricordi davanti ai quali noi ci sentiamo pigmei, quegli edificii che per culto alla fede o per rispetto ai trapassati furono arditamente innalzati colla vita di migliaia di schiavi e colle ricchezze di intiere provincie.

Noi abbiamo raggiunto, almeno a quanto pare, un grado molto superiore di civiltà, e per ottenere questo intento abbiamo trascurate le tradizioni per far trionfare l’egoismo, ma credo che molti plaudirebbero al giorno in cui il faro che ci guida nella vita fosse meno l’interesse, ma meglio le affezioni.

Volgiamo ad est, saliamo un’altura dalla quale diamo l’ultimo addio ad Axum e dopo mezz’ora ci fermiamo per visitare alcune grotte. Un’apertura di poco più di un metro di larghezza per due di altezza dì accesso ad un corridoio le cui pareti sono in blocchi di granito squadrati: l’entrata è in discesa e la sof-