Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/217

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Capitolo ottavo. 149

dover dare da bere ad una massa di seguaci che non sono mai sazii, e con una ingordigia schifosa continuano a far capire che la parola ancora e il loro ventricolo sono sempre all’ordine del giorno. Quando è servito il liquido ad un personaggio importante, questi ne versa qualche goccia nel palmo della mano di chi lo offre, il quale lo beve, come a prova che non c’è pericolo di veleno, Il più fedel servo, fatto sgabello delle proprie ginocchia a Sua Eccellenza, durante tutto il tempo della visita gli andò grattando e strofinando piedi e gambe, ciò che prova la grandezza dell’individuo e forse anche che non sono del tutto deserte quelle ascose parti degli alti dignitarii dello Stato.

Metà della popolazione venne da noi; la nostra unica camera fu letteralmente invasa e con tutta calma il governatore cominciò a trattare affari particolari coll’uno e coll’altro, come fosse a casa sua. Sarà uso del paese, ma per noi che intanto eravamo schiacciati come sardine fra tutta questa gente che non pecca certo per troppa pulizia, non era un gran divertimento. E la seduta si prolungava sempre, e l’ora del pranzo era passata, il sole volgeva al tramonto e mia era in quel giorno la responsabilità della cucina e temevo che quella brava gente di soldati che stavano nella corte, colla nota loro discrezione mi facessero pulita la pignatta. Finalmente potemmo liberarcene e il frutto della mia arte culinaria servì a chi era destinato.

Il giorno 30 arriva una carovana dallo Scioa, con incarico di fare acquisti di oggetti a Massaua; da questa possiamo avere buone nuove dei nostri amici della spedizione geografica, che in parte sono in Ankober, in parte proseguono per Kaffa, ma di tutti le notizie sono eccellenti.

Siamo sempre perseguitati dall’alto onore di visite del governatore che si direbbe preso da speciale simpatia per noi, ma alla fin dei conti scoppia la bomba e finisce per farci domandare una cassa con chiave, un orologio, un fanale, delle candele, una camicia e non ricordo cosa altro.