Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/85

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Capitolo quarto. 59

avanziamo, le alture si fanno più erte e la vegetazione più fitta; attraversiamo frequenti letti di torrenti dove le sponde sono coperte da stupenda verdura. Alle 3 e mezzo siamo a Sahati, dove ci dicono è forza fermarsi per lasciar bere e pascolare le mule, e mentre sotto un gigantesco albero vediamo rischiararsi l’atmosfera per l’alba che si avvicina, i nostri camelli ci sorpassano; ripartendo alle 5 e mezzo li raggiungiamo dopo due ore, mentre stanno disponendosi al loro alt in un vasto altipiano, e dove ci fermiamo noi pure per una piccola refezione nostra e delle rispettive cavalcature. In questo tragitto nessuna abitazione tranne un accampamento di beduini pastori, che, essendo nella giurisdizione del naib che ci accompagna, vengono ad offrirci dell’eccellente latte. Alle 10 tutti uniti ci rimettiamo in strada, e dopo pochi passi ci si presenta un’ertissima salita che ci porta alla vetta di un colle, è così costeggiando alcune alture e salendone altre, dopo un paio d’ore ci si presenta la vasta pianura di Aylet alla quale discendiamo per attraversarla in parte, e fermarci presso un villaggio diviso in tre gruppi di capanne e chiamato Dambe. La vegetazione fresca e rigogliosa, il suolo coperto da splendida erba, uccelli d’ogni canto e colore, buoi a masse e miserabili pastori dal tipo snello, coperti da pochi cenci. Ogni gruppo di capanne è circondato da una siepe di piante spinose, svelte e secche; appena giunti e scaricate le mule, ce ne andiamo cercando nella caccia il necessario pel pranzo, ma allontanati appena da poco dal campo, siamo sorpresi da un acquazzone veramente torrenziale; ritorniamo e ci ricoveriamo sotto la tenda dei Naretti. Qualcuno dei camelli arriva, e con loro la cattiva notizia che nella salita cinque sono caduti esausti e non possono continuare, per cui siamo costretti di mandare muli e buoi, che verso sera tornano colle casse, delle quali per buona sorte nessuna sofferse. Continua un vero diluvio e da ogni lato siamo circondati da nubi e nebbie; nel campo tutto si bagna, il suolo