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296 iii - de l’origine d’amore


Filone. Non è tanta la differenzia come pare, se bene considerarai; e Platone in questo piú presto vuole essere dichiaratore de la sacra istoria, che contradittore.

Sofia. A che modo?

Filone. In effetto il peccato è quello che incide l’uomo e causa in lui divisione, cosí come la giusta drittezza il fa uno e conserva la sua unione; e ancora possiamo dire con veritá che essere l’uomo diviso il fa peccare, ché in quanto è unito non ha inclinazione a peccare, né a divertirsi da la sua unione; di modo che, per essere il peccato e la divisione de l’uomo quasi una medesima cosa (o due inseparabili e convertibili), si può dire che da la divisione viene il peccato (come dice la sacra Scrittura) e dal peccato la divisione (come dice Platone).

Sofia. Vorrei che mi spianassi piú la ragione di questa conformitá.

Filone. Dirotti prima come s’intende l’istoria ebrea, e di poi la fabula platonica. Prima, essendo creato l’uomo maschio congiunto con femmina (come t’ho detto), non era modo di peccare, però che ’l serpente non poteva ingannare la donna essendo congiunta con l’uomo, come fece poi separata da lui, e per ingannare tutti due congiunti insieme le sue forze e la sagacitá non erano sufficienti. Ma essendo giá divisi l’uomo e la donna per l’incisione divina a fine di bene, cioè perché potessero aiutarsi l’uno nel fronte de l’altro nel coito per la generazione, primo intento del creatore, — da questa divisione seguitò l’abilitá del peccare, perché il serpente ha possuto ingannare la donna divisa da l’uomo nel mangiare de l’arbore proibito del conoscere bene e male; e la donna ne fece anco mangiare a l’uomo insieme, e cosí furono compresi nel peccato e ne la pena. Però vedrai che prima narra la creazione del paradiso terrestre, e che Adam, cosí unito di maschio e femmina, fu posto in quello per lavorarlo e guardarlo, e il comandamento fatto al medesimo Adam congiunto, di non mangiare de l’arbore del conoscere bene e male; e incontinente narra l’incisione di Adam in maschio e femmina divisi, e, fatta la divisione, pone di subito l’inganno del serpente e il peccato