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12 | Antonio Agresti |
uomini, i fatti, i tempi; affermano un principio, dichiarano una verità, ed è quella la loro prima, la loro ultima parola; ed è, sempre, una parola che ― più o meno chiaramente ― assomma in sè, riassume, rischiara un’opera di giustizia.
«Se bisognerà che ogni goccia di sangue sprizzata di sotto la frusta sia pagata con una goccia di sangue tratta dalla spada; se bisognerà che ogni soldo della ricchezza accumulata col sudore degli schiavi sia disperso in questa guerra per la salute dell’Unione, dovremo dire che c’è una giustizia inflessibile che presiede alle cose degli uomini e che i decreti della Provvidenza sono evidentemente giusti».
Così Abramo Lincoln nel proprio Messaggio del marzo 1863 al Congresso, quando chiedeva 300 milioni di dollari e 700 mila soldati per continuare la guerra.
La terribile guerra di secessione che doveva costare, alla fine, un milione di uomini fra morti e feriti e più di 12 miliardi e 300 mila dollari.
Lincoln fu appunto uno di quegli uomini fatali che arrivano al momento necessario, quando qualche cosa nella vita d’un popolo muore e qualche cosa nasce; quando c’è bisogno d’una mano salda, d’una volontà irriducibile, d’uno strumento unico, a quella sola opera atto; quando la vita di un popolo dipende da una parola detta o taciuta, da un dovere duro ma serenamente compiuto, da un sacrificio di tutte le ore, di tutte le forze, di tutte le energie raccolte in una mano possente che non le abbandona altro che quando il