Pagina:Abramo Lincoln.djvu/44

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42 Antonio Agresti

poetiche, ricca d’argomenti precisi, fiorita di aneddoti, di arguzie, di esempi irresistibili.

Alcuni dei suoi discorsi sono meravigliose pagine della eloquenza americana. Di quella eloquenza della quale nei paesi latini, abituati alla retorica classica fredda e misurata anche quando scaturisce spontanea dal cuore, non si ha alcuna idea.

Breve parlava e chiaro. Andava dritto al proprio soggetto con un ragionamento che aveva in sè del matematico e sovente diventava un poema. Tale il suo discorso al cimitero di Gettysburg, tale la sua invocazione alla concordia a Springfield, invocazione che non fu ascoltata, ma che tuttora, a grande distanza di anni, non può essere letta senza una commozione profonda. Tanto più che oggi si sa con quanta fortezza d’animo egli si preparasse alla grande tragedia mentre, per carità di patria, invocava i sudisti a non volere spezzare la Unione, a non volere ferire la patria.



Alla invocazione di lui del 4 Marzo 1861 i Sudisti risposero aprendo le ostilità.

Il 13 Aprile imposero la resa del forte Sumter al capitano Anderson che lo teneva a nome dell’Unione e vi era già da due mesi assediato dai Sudisti. Anderson rifiutò; ma dopo trentasei ore di furioso bombardamento da parte dei Sudisti il bravo capitano dovette cedere ed abbandonare la fortezza.

Il dado era tratto; alla notizia della resa e più dello spietato bombardamento, il Nord infuriò