Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/102

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quello che si muove da sè (cioè nell’anima) senza suono e voce. Il logo quando versa intorno a obbietto sensibile, e il cerchio dell’altro, girando regolatamente, lo divolga in tutta l’anima, allora si generano le vere opinioni e credenze; quando versa intorno a obbietto razionale, e il cerchio del medesimo, rotando bene, ne spande la nuova, allora si compiscono di necessità la intelligenza e la scienza. Or se persona addimanda con un qualche altro nome che anima questa, dove si generano le due dette maniere di conoscimento, essa dirà tutto prima che dica il vero.

Il padre che avea generato il mondo, come sel vede muovere e vivere questo generato simulacro degl’Iddii eterni, se ne allegra; e, per la letizia, pensa in cuor suo farlo tuttavia più simile all’esemplare. Questo essendo animale eterno, piglia a fare ancora tale quest’universo quanto si poteva. La natura dunque dell’animale, era eterna; ma non era possibile adattare al generato codesta cosa compitamente; e immagina di formare un simulacro mobile dell’eternità. E così, mentre egli metteva sesto al cielo, dell’eternità immanente nell’uno, fa un’immagine eterna che procede nel numero, appunto quella che chiamiamo noi tempo. Imperciocchè giorni, notti, mesi e anni non ce n’avea prima che fosse generato il cielo; e proprio in quello che compone il cielo, ordina la generazione di essi. E tutte queste sono parti del tempo; ed eziandio l’era e il sarà sono forme del tempo venute a generazione, le quali noi a torto, senza avvedercene, trasferiamo nell’essenza eterna; laddove di lei soltanto sta bene dire