Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/107

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rivoluzione del medesimo e simile e gli fe’ immobili e fermi rispetto agli altri cinque movimenti, per far che ciascuno di loro fosse quanto poteva supremamente benissimo. Per tal ragione nacquero gli astri che non sono errabondi, che sono animali divini, ed eterni, e rimangono sempre rotando nella stessa maniera e nell’istesso luogo; ma quegli altri che si rivolvono e pellegrinano, furono generati come s’è detto sopra. La terra nostra nutrice, che si tiene arrotolata d’intorno all’asse disteso per l’universo, egli la ordinò guardiana ed artefice della notte e del giorno, essendo la più venerabile e più antica degli Dei generati nel cielo. Il dire le danze di tali astri, il concorrere che fanno, il rotare dei cerchi, lo avanzare; il dire, nei congiugnimenti, quali Dei sono accosti, quali sono a dirimpetto; il dire come e dietro a quali ciascuno si nascondono a noi e tra di loro, ed in che tempo, e come mandano, allorchè ricompajono novamente, paure ed annunzii di futuri eventi a quei che sono inabili a calcolare; il dir questo, senza aver sotto l’occhio un simulacro del cielo, è opera vana: onde contentiamoci di questo che se n’è detto, e finiamo qui il nostro discorso sovra la natura degl’Iddii visibili e generati.

Per gli altri Demonii, dire e capire la loro generazione è cosa che vince nostro intelletto; e bisogna credere a quei che ne hanno parlato prima di noi, i quali erano discendenti degli Dei, come dicevano, e sapeano un po’ bene i loro progenitori. Non si può non prestare fede a figliuoli degli Dei, quantunque parlano senza pruove probabili e necessarie, ma,