Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/118

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mente, le quali sono congeneri a quelle, ma quelle sono serene, queste turbate; e per mezzo della contemplazione capita la giustezza e le ragioni de’ loro moti, all’esempio delle rivoluzioni del Dio che non errano affatto, ricomponessimo le nostre che sono erranti. Per la voce e l’udito si dica pure lo stesso, che gl’Iddii ce li hanno donati e per la stessa cagione è per lo stesso fine, che davvero a questo fine è indirizzata la parola e conferisce moltissimo alla sua conquista; e del pari Fuso della voce musicale venne assegnato per F udito a cagione dell’armonia. L’armonia che ha movimenti simili alle rivoluzioni della nostr’anima, a chi con intelletti giova delle muse non parrà fatta, come si crede oggidì, a procurare irragionevole dilettamento; no, essa ci fu’ data per ajutatrice a ridurre la rivoluzione della nostr’anima ad ordine bello e a concento celi se stessa; e il ritmo ci fu altresì dato per ajutatore ad illeggiadrir le maniere che nei più son senza misura e disadorne di grazie.

Il detto fin qui, eccetto un poco, ha mostrato le cose fatte dalla mente; ma ci conviene aggiungere pure quelle generate dalla necessità, stante che la generazione di questo mondo è mista, cioè esso fu generato dall’accordo della necessità e della mente. Ma la mente signoreggiava sopra la necessità con persuaderla a voler condurre verso il bonissimo la più parte delle cose che si generavano, e perchè la necessità fu vinta dalla persuasione sapiente, così si compose al principio l’universo in questa maniera. Per tanto se persona vuol ragionare