Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/149

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cioè quando le sostanze che si sciolgono nella salava s’affanno alla lingua, esse mitigano le parti innasprite, lisciandole, e ciò ch’è densato o diffuso contro natura, questo stringono, quello rilassano, è tutto abbondosamente ristorano nel suo modo naturale: cotale cosa soave e piacevole ad ognuno, medicina delle impressioni violenti, s’addomanda dolce.

Ella sta così pei sapori. Per l’olfatto, non c’è spezie, conciossiachè, ogni odore nascendo da cosa che ha una cotale natura mezzana, nessuno dei quattro elementi sia interiormente convenevole a formare alcuno odore. Ma le nostre vene dell’odorato sono tali ch’esse sono molto strette alla terra ed all’acqua, e molto larghe al fuoco ed all’aria; perciò persona non senti mai odore di alcuno degli elementi. E gli odori nascono o da cosa ammollita, o liquefatta, o putrefatta, o vaporata: perciocchè in quello che l’acqua torna in aria e l’aria in acqua, come intermediari nascon gli odori. E tutti gli odori sono filmino o nebbia: aria che si muta in acqua, è nebbia; acqua Che si muta in aria, è fummo; onde tutti gli odori son pili fini dell’acqua e più crassi dell’aria. Ciò si fa aperto quando, per mo’ d’esempio, qualche cosa ti tura il respiro, e tu aspiri l’aria con forza, perciocchè allora non si trasfondo insieme con l’aria nessuno odore, ma viene la sola aria, schietta d’ogni odore. Ci sono dunque codeste due sole varietà negli odori, e non son distinte da nomi, e non sono formate nè di molte nè di semplici specie; pure sol-