Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/172

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il piombare delle folgori, e le meraviglie della (creduta) virtù d’attrarre degli elettri e delle pietre d’Ercole: che, in verità, nessuna di cotali parvenze è generata da virtù d’attrarre; sibbene il non esserci vacuo, e pertanto il cacciarsi questi corpi fra loro circolarmente, e, oltre a ciò, il mutar sito, congregandosi e disgregando, e l’andare ciascuno al luogo che gli è proprio, ecco le due cagioni che, intrecciate insieme, operano tutte codeste meraviglie, come si farà manifesto a chi cerca convenevolmente.

Ed anco la respirazione, donde pigliò le mosse il discorso, simigliantemente si generò, e per codeste ragioni, come detto è di sopra (cioè per la fuga’ del vacuo e per l’attrazione dei simili). E perciocché (quando ispiriamo) il fuoco tagliuzza i cibi e poi si leva su da entro il corpo per accompagnare il respiro (che va fuori); in quello che si leva (cioè mentre espiriamo), attingendo esso i cibi minuzzati dall’ alvo, ne riempie le vene: per tali cagioni scorrono per tutto il corpo, e in ogni animale, i ruscelli del nutrimento. Questi cibi minuzzati di fresco, pigliati da nature cognate, parte frutti, parte erba, cose che Iddio ci piantò a bella posta pel nostro nutrimento, hanno, a cagione della mischianza, vari colori; ma il rosso c’è più copiosamente diffuso, natura formata dall’ incisione ed espressione del fuoco nell’ umido. Onde il colore del ruscello che scorre per il corpo, ha la vista tal quale s’è descritta: e noi l’addomandiamo sangue, pastura delle carne e dell’ intiero corpo, dal quale irrigate le membra riempiono il va-