Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/184

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perciocché disadorno delle maggiori commisuranze: ma se questo non è, egli, per chi ci sappia, vedere, di infra tutti gli spettacoli è bellissimo e dilettossissimo. Come un corpo, se ha gambe slungate o è per qualche altro soperchio sproporzionato, insieme è brutto, e insieme, nella comunione delle fatiche che fanno le membra, sopportando molte stracchezze ed ispasimi, e per lo suo vacillamento cascando molte fiate, egli é a se medesimo cagione d’innumerabili mali; simigliantemente s’ha da giudicare di tutt’e due sposati, anima e corpo, che noi addomandiamo animale: cioè, che l’anima quando per essere più possente del corpo, presa è da sdegno, lo squassa tutto di dentro, e lo riempie di morbi; e quando va intentamente in alcune dottrine e ricerche, fallo macro; e dando ammaestramenti o vero battagliando in ragionamenti in pubblico o in privato, per le dispute e le contese che vengono, l’affiamma e lo scioglie; e, portando flussione, trae in errore i moltissimi dei cosi detti medici, facendo questi effetti riferire a cagioni contrarie: se, per l’opposto, il corpo è più vigoroso dell’anima, ed è collegato a mente picciola e debole, poiché c’é due concreati desideri negli uomini,, quello del nutrimento pel corpo, e quello della sapienza per la parte nostra più divina, i moti del più poderoso, soperchiando e tutto di ringargliardendo, fanno l’anima stupida e indocile e ismemorata, e portano il più grande morbo che ci sia, l’ignoranza. La salute per tutt’e due, è una: non muovere l’anima senza il corpo, nè il corpo senza l’anima;