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Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/80

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zioni, giacché molte persone ne fanno testimonianza. Pensando a questo, jeri quando mi dimandaste ch’io vi ragionassi della repubblica, v' ho contentati prontamente, certo che nessuno sarebbe meglio di voi acconcio a compire il discorso, se vi piaccia; infatti, tra i vivi, voi soli sapete rappresentar la repubblica che muove alle decorose guerre, e fornisce in tutto opere degne di lei. Io, sdebitatomi, commisi a voi questo soggetto, che v’ho appunto replicato ora. E voi già, per ricambiarmi, dopo deliberato in comune, risolveste di convitarmi oggi ad un vostro banchetto di ragionamenti. Eccomi, perciò mi sono messo io in assetto, e ho la più viva voglia che mai di sedermici.

Ermocrate. Caro Socrate, come ti disse Timeo, noi ti convitiamo con tutto il cuore, ne c’è scuse a non farlo. Jeri immantinenti usciti di qua* appena giunti da Crizia, nelle stanze dove ci allogia ed anche prima per la via, pensammo a queste ed esso ci raccontò un’istoria d’antica tradizione digliela, o Crizia, perchè ancora Socrate vegga se fa alla commissione sua, o pur no?

Crizia. La dirò, se così pare a Timeo.

Timeo. A me pare.

Crizia. Senti, Socrate, un’istoria meravigliosa oltremodo, ma tutta vera, come la raccontò una volta Solone, il sapientissimo dei sette sapienti. Egli era parente ed anche amico cordiale di Dropido il nostro proavolo, come dice sovente nelle sue poesie, e, in una certa occasione, narra a Crizia, al nostro avo, come quel dabben vecchio ci raccontò dipoi, che grandi