Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/91

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ch’è opinabile dall’opinione per mezzo del senso irragionevole, imperrocchè si genera, perisce, e non è giammai davvero. Inoltre si deve notare che tutto quello che si genera, è necessità che si generi per alcuna causa, essendo impossibile che una cosa qualunque venga senza causa alla generazione. E si noti eziandio che quando l’artefice d’un’opera vagheggia quel ch’è sempre il medesimo, se ne giova per esemplare, e l’idea e la virtù di esso reca ad atto, tutto quello che fa è necessariamente bello; per contrario, non bello, se guarda in alcuna cosa generata, e adopera un esemplare generato.

Ora intorno all’intero cielo, o mondo, o se si vuole qualche altro nome, gli si dia pure, consideriamo primieramente, ciò che s’ha a considerare dapprima intorno a ogni cosa, cioè se esso fu sempre, senza verun principio di generazione, ovvero se fu generato, incominciando da qualche principio. Fu generato, imperrochè è visibile, tangibile, e ha un corpo; tutte le cose siffatte sono sensibili; e i sensibili, i quali si comprendono dall’opinione per mezzo del senso, apparve che si generano e sono generati. Inoltre si è pure detto che tuttociò che si genera, si deve generare per alcuna causa. Ma, è malagevole trovare il padre e il fattore di questo universo, e se pure lo trovi, è impossibile farlo manifesto a tutti.

La seconda cosa che bisogna considerare dello universo si è, il padre secondo qual’esemplare l’ha fatto, secondo quello ch’è sempre il medesimo, o secondo quello generato? Se questo mondo è bello, e se l’artefice suo è buono, allora è evidente che