Pagina:Aganoor - Leggenda eterna, Torino, Roux, 1903.djvu/176

Da Wikisource.
154 Risveglio



*



  O immane ala dei secoli,
pulsar ti sento; e dagli umani inciampi
teco sciolto lo spirito
migra del tempo per gli aperti campi.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

  Te vedo, o Roma, o torbida
Roma, qual’eri. Il perfido dimone
della follia destavasi
torvo allora negli occhi di Nerone,

  e il forsennato Cesare
s’udia ruggir: — Ciò che non piega, infrango! —
E la palmata clamide
ebbro vedeasi trascinar nel fango.