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A mio padre 175

parlar di Dio... Quanto t’ho amato, e quanto
t’amo, e quanto t’invoco!
                                  Ora è deserto
il porticato della villa, un tempo
tuo passeggio gradito, allor che il lume
del dì morendo s’acchetava ogni opra
ed intonava una campana l’Ave;
tu allor scoprivi la tua testa bianca,
quella tua testa bianca di profeta,
e ti si udiva mormorar sommesso
il saluto a Maria. Fermo, raccolto
poi rimanevi per lunga ora, innanzi
alla campagna addormentata, al vasto
sipario d’ombre che stendea la sera,
e guardavi lassù, lassù, perduto
in quell’immensa pace, in quell’immensa
innocenza del cielo...
                           Ancora io credo
d’esserti presso, e come un tempo ancora
veramente vederlo, aperto e fisso
quel tuo grande, ispirato occhio, a le stelle!
o babbo mio!