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136      Aggiustare il mondo


violazione dei termini contrattuali, dal momento che stava usando un codice di accesso non appartenente a lui e aveva superato il limite di un’ora di collegamento per utente imposto dal sistema, ma il suo comportamento non raggiungeva la gravità prevista dalle norme penali.

Il 14 aprile del 2009, circa due mesi dopo l’apparizione di Aaron sul New York Times, un agente speciale dell’FBI fece una telefonata per cercare di parlare con lui. Rispose una donna – sua madre – che disse che Aaron non era più reperibile a quel numero e che non aveva un altro numero a cui essere contattato. L’agente dell’FBI lasciò un messaggio, la madre assicurò l’investigatore che avrebbe inviato quel messaggio per e-mail ad Aaron.

Quando Aaron richiamò, la conversazione fu molto breve. L’agente disse che si stava informando su come avesse fatto ad accedere al sistema PACER per poter rimediare ad eventuali vulnerabilità. Aaron non disse nulla perché voleva, prima, parlare con il suo avvocato.

Quando Aaron contattò di nuovo l’FBI, domandò esplicitamente se vi fosse un’investigazione ufficiale aperta su di lui o se fosse solo una raccolta preliminare di informazioni. Siamo attorno al 15 aprile del 2009, e l’agente speciale è costretto a rispondere che, sì, c’è una investigazione aperta su di lui. Aaron, un po’ ingenuamente, domanda all’agente se deve contattare un avvocato per farsi rappresentare. L’agente conclude la conversazione dicendo che non può fornirgli consigli su quel punto.

Il giorno successivo, il 16 aprile 2009, l’FBI interroga anche Carl Malamud. L’attivista è molto trasparente: dice di essere stato contattato da Aaron, che era uno dei suoi volontari, che era in possesso di dati, e di averglieli fatti caricare sul suo sito. Dichiara all’FBI che non pensava che tale comportamento fosse illegale, e che né lui, né Aaron erano degli hacker in senso criminale. Non aveva pagato alcuna somma a Swartz, né Aaron era un suo dipendente: si conoscevano e collaboravano da dieci anni.

Pochi giorni dopo l’ascolto di Swartz e Malamud, l’FBI decise di chiudere questo caso: era il 20 aprile del 2009.

Sia Swartz, sia Malamud avevano, però, avuto una grande esposizione mediatica, erano finiti sulle pagine della stampa internazionale, erano stati associati al mondo della criminalità informatica e a quegli hacker che, in quel periodo storico, erano visti come soggetti ostili al governo e, soprattutto, erano ora – tutti e due – negli archivi dell’FBI.