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178      Aggiustare il mondo

la loro prepotenza porta a una tragedia, spero che Carmen Ortiz faccia quello che ha fatto il MIT e che conduca un’indagine interna, che chieda a qualcuno di indipendente di esaminare ciò che è successo qui e di spiegare all’America: è questo il governo degli Stati Uniti?

Una seconda testimonianza, altrettanto accorata di quella di Lessig, viene invece da un’amica di Aaron e grande studiosa, Danah Boyd.

La donna si trovò a riflettere, sul suo blog, su quanto fosse successo, a pensare a ciò che era capitato ad Aaron ed evidenziare problemi sociali e giuridici particolarmente importanti.

Le ultime 24 ore – ricorda Danah – sono state una montagna russa di emozioni. Ieri mi sono svegliata e ho scoperto che un mio amico, Aaron Swartz, si era tolto la vita. Il mio feed di Twitter è entrato in lutto: shock, tristezza, rabbia, vendetta. Ho passato la giornata a parlare con amici che erano tutti in vari stati di confusione. Ho osservato come molti di loro abbiano riversato i loro cuori sui loro blog, una pratica che tutti noi facciamo da oltre un decennio. Eppure, non riuscivo a trovare le parole per esprimere ciò che sentivo. Quando ieri ho twittato che ero arrabbiata, amici benintenzionati ed esperti di salute mentale che non conoscevano Aaron mi hanno scritto che non potevo essere responsabile della depressione di qualcuno. Mi è venuta voglia di urlare. Ho deciso invece di scrivere questo post sul blog. È crudo e imperfetto, ma è la mia situazione attuale.

Il primo pensiero dell’amica di Aaron, nel suo scritto, è rivolto alla sua salute mentale e a cercare di comprendere che cosa lo possa aver condotto a quel gesto.

Nel bene e nel male – ricorda Danah – nel corso degli anni ho conosciuto molte persone che si sono suicidate. Ho visto persone lottare contro una grave depressione e poi fare questa scelta. Avendo combattuto i miei stessi demoni, ho capito. Parte del motivo per cui la morte di Aaron mi ha colpito come un macigno è perché questa volta era diversa. Non ho dubbi sul fatto che la depressione sia stata un fattore. Adoravo Aaron perché era un turbine emotivo, un caratteraccio irascibile e compulsivo. Le nostre conversazioni avevano un qualcosa di etereo e mi spingeva a riflettere su questioni complesse mentre discutevamo. Aveva un’ampiezza intellettuale che mi terrorizzava, e il senso di curiosità di un gattino. Ma quando si sentiva distruttivo, usava la sua astuta comprensione delle persone per trovare i loro punti deboli e colpirle dove faceva male. Soprattutto le persone che amava di più. Si considerava un sociologo dilettante, perché era innamorato della natura delle persone, e discutevamo sulla necessità di rigore, sulla necessità di una formazione formale. Non aveva pazienza per chi era intellettualmente più lento di lui e non riusciva ad apprezzare ciò che si poteva ottenere da un ambiente universitario. Voleva invece leggere i libri e vivere nel mondo della mente. Conoscevo Aaron da nove anni e lo adoravo da morire, ma lo trovavo anche molto frustrante. Negli ultimi anni, il nostro legame si è fatto più sporadico, perché amavo i suoi alti, ma