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19. "Legacy"     191

che, un giorno, si possa essere scelti per far parte della Corte Suprema. Sembra, questa, una cosa piuttosto difficile da ammettere.

L’unico lavoro che, veramente, lascia un segno e prepara un’eredità preziosa è quello che rompe le regole e che aiuta a cambiare il mondo e a migliorare la società.

Quali sono i lavori – conclude allora Aaron – che lasciano una vera eredità? È difficile pensare alla maggior parte di essi, poiché, per loro stessa natura richiedono di fare cose che gli altri non cercano di fare e, quindi, includono le attività a cui la gente non ha ancora pensato. Ma una buona idea può essere il tentativo di fare cose che cambino il sistema, invece di seguirlo. Per esempio, il sistema universitario incoraggia le persone a diventare professori che fanno ricerca in determinate aree e, quindi, molte persone lo fanno, mentre scoraggia le persone dal cercare di cambiare la natura dell’università stessa. Naturalmente, fare cose per cambiare l’università è molto più difficile che diventare semplicemente un altro professore. Ma per chi ha veramente a cuore il proprio lascito, non sembra esserci molta scelta.

Il primo consiglio che Aaron lascia, riflettendo anche sulla sua persona e sul suo ruolo nel mondo, è, in conclusione, quello di fare tutto ciò che gli altri non cercano di fare.

Suggerisce di cambiare il sistema, e non di seguirlo; di cambiare l’università e la sua natura, e non di limitarsi a fare i professori. Di fare il giudice riformista e indipendente dalla politica.

Aaron è consapevole della difficoltà, e dei rischi, di un modo di agire simile in ambito lavorativo, ma è convinto che questo sia l’unico modo giusto di “stare nel mondo”.

In un secondo post, correlato alla preparazione di una relazione da presentare a una conferenza, Aaron si ritrovò a elaborare una serie di consigli per chiunque fosse interessato a cercare un lavoro “simile al suo”.

Divise questo percorso ideale – anche di crescita, e motivazionale – in specifici passaggi, e ricostruì con cura tutto ciò che aveva fatto sino a quel momento, con l’idea che la descrizione di un simile iter sarebbe potuta servire a ispirare anche altre persone.

Si tratta di una testimonianza molto interessante, che vale la pena di riportare – e commentare – (quasi) integralmente. Non è solo, infatti, un breve “diario” della sua vita, ma contiene, anche, uno sguardo disincantato sulla società tecnologica che si è visto costretto ad attraversare negli anni.

Lo scrittore americano Kurt Vonnegut – esordisce Aaron – intitolava sempre i suoi discorsi “Come ottenere un lavoro come il mio” e, poi, parlava di tutto ciò che gli passava per la mente. Io mi trovo in una situazione opposta. Mi è stato detto che avrei potuto parlare di ciò che volevo e invece di pontificare come al