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19. "Legacy"     193

plicazioni web di quell’anno. Purtroppo, però, le uniche persone che conoscevo all’epoca erano altri ragazzi della mia scuola, quindi non avevo nessuno attorno che potesse editare un sufficiente quantitativo di voci, e articoli, per quella enciclopedia. Fortunatamente, diversi anni dopo, mia madre mi segnalò un nuovo sito chiamato “Wikipedia” che si proponeva di fare la stessa cosa. Il secondo sito che ho costruito si chiamava “my.info”. L’idea era che, invece di dover andare su Internet per trovare notizie da ogni tipo di pagine web diverse, ci fosse un unico programma che andasse a estrarre le notizie da tutte quelle pagine web e le collocasse in un unico posto. Lo progettai, e programmai, e lo feci funzionare, ma si scoprì che, all’epoca, non ero l’unico ad avere questa idea: molte persone stavano lavorando a questa nuova tecnica, allora chiamata “syndication”. Un gruppo di loro si divise, e decise di lavorare a un progetto, per raggiungere questo stesso obiettivo, denominato RSS 1.0. E io mi unii a loro.

Il suo terzo trucco, rammenta, fu quello di intrufolarsi in contesti dove i migliori scienziati stavano discutendo di questioni importanti, e di contribuire attivamente a tali scoperte mettendo a frutto, e “regalando”, le sue competenze. Qui emerge l’importanza, nel suo pensiero, della cooperazione tra studiosi: l’unico modo per creare cose grandi è quello di unire le forze.

Era estate, avevo finito la scuola – scrive nel post – e non avevo un lavoro, quindi, avevo molto tempo libero a disposizione. Lo trascorsi leggendo, in maniera quasi ossessiva, i messaggi che circolavano sulla mailing list RSS 1.0, facendo ogni sorta di lavoretto di programmazione e qualsiasi altra cosa di cui avessero bisogno. Ben presto mi chiesero se volessi diventare un membro del gruppo, e finii per diventare co-autore e, poi, co-editor delle specifiche RSS 1.0. L’RSS 1.0 è stato costruito sulla base di una tecnologia chiamata RDF, che è stata fonte di accesi dibattiti nelle liste RSS. Questo fu il motivo per cui iniziai a studiare meglio l’RDF, a iscrivermi alle mailing list su RDF, a leggere cose, a fare domande stupide e a iniziare, lentamente, a comprendere bene tutte le nozioni. Ben presto mi sono fatto conoscere nel mondo dello sviluppo RDF e quando hanno annunciato un nuovo gruppo di lavoro per sviluppare la successiva specifica RDF, ho deciso di intrufolarmi anche in quello.

Per entrare nel gruppo, Aaron dovette elaborare una strategia ben precisa, dal momento che le regole d’ingresso erano particolarmente rigide e lui era poco più che un bambino. Questo fu un momento in cui, in un certo senso, iniziò ad agire da hacker: individuò un problema e cercò la strategia più efficace e creativa per risolverlo o, almeno, aggirarlo. Lui voleva entrare nel gruppo, le regole apparentemente glielo impedivano, ma il richiamo per quel lavoro era troppo forte, e doveva trovare un modo per aggirare quelle regole o per piegarle a suo vantaggio. Doveva essere, in un certo senso, creativo.

Per prima cosa – racconta – domandai ai membri del gruppo di lavoro se potessi partecipare alle attività. Mi dissero di no. Ma io volevo davvero far parte di quel