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20. Su Aaron Swartz     205


Harris lo continua a vedere, però, come un eterno ragazzo, nonostante le sue attività abbiano cambiato, in tanti ambiti, il mondo. Ricorda il suo entusiasmo e la sua capacità di connettere persone.

Credo che uno dei motivi per cui Aaron sembra sempre un ragazzo – sostiene – è che era così aperto ed entusiasta di imparare, come raramente lo sono gli adulti, compresi e, forse, soprattutto, i cosiddetti “adulti colti”. Era geneticamente aperto a nuove informazioni, a fatti che non aveva mai sentito e ad angoli a cui non aveva mai pensato. L’educazione di Aaron era più vicina a quella che i greci chiamavano paideia – la formazione dell’attenzione, l’educazione di un cittadino – che alla versione moderna che la maggior parte di noi riceve. Grazie alle sue eccezionali capacità di programmazione, e a uno schermo dietro il quale si sentiva a suo agio, Aaron poteva seguire le sue passioni e i suoi interessi. Si pensi che ha fatto amicizia con lo storico Rick Perlstein, inviandogli un’e-mail all’improvviso, con l’offerta di un sito web gratuito.

L’accesso libero alle informazioni pubbliche fu il primo, grande ambito nel quale il giovane Aaron si sentì in dovere di intervenire. Questa idea si rivelò, ben presto, poca cosa rispetto ai problemi più importanti che Aaron aveva iniziato a intravedere nella società che lo circondava. Soprattutto la corruzione in politica.

La pubblicazione di informazioni pubbliche – ribadisce Harris – si adattava al talento di Aaron. Era una sorta di hacking dove, però, la legge non era qualcosa da eludere, bensì un altro sistema con vulnerabilità e scappatoie da individuare. L’immaginazione e l’attenzione ai dettagli di Aaron lo rendevano eccellente, ma la sua ambizione non gli avrebbe permesso di riposare sugli allori. Fornire accesso alle informazioni non sarebbe stato sufficiente per combattere la cospirazione di menzogne della destra. Ha provato ad aggregare i dati dei politici, poi a cercare di eleggere direttamente i candidati progressisti, ma nessuna delle due cose ha funzionato molto bene. A un certo punto, ha persino accarezzato l’idea di trovare finanziatori per una vasta cospirazione di sinistra. Ma il fallimento, per Aaron, era una parte necessaria del tentativo: l’unico modo per imparare.

Con riferimento ai guai giudiziari di Aaron, Harris espone alcune sue interpretazioni interessanti. Evidenzia, in particolare, la guerra legale che, a un certo punto, prese di mira il giovane, condizionandogli radicalmente la vita.

I procuratori – scrive – hanno sostenuto che Aaron scaricava file di documenti accademici per renderli pubblici: una tattica sostenuta nel Guerrilla Open Access Manifesto, un pezzo entusiasmante che non è attribuito solamente ad Aaron. L’editore suggerisce che potrebbe essere opera di più autori, il che mi sembra plausibile. In base a ciò che so di Aaron, non credo che questa fosse la sua intenzione. Sospetto che avesse intenzione di pubblicare solo il lavoro di dominio pubblico che veniva impropriamente tenuto dietro un paywall. Non credo che avesse intenzione di infrangere la legge, ma di aggirarla. Credo che ritenesse che questo fosse importan-