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30     Aggiustare il mondo


si appassionò. Divenne uno dei contributor più amati e ricordati: preparò decine di pagine dedicate, soprattutto, a recensioni di libri e, a un certo punto, si interessò anche alla governance del progetto e si candidò per una posizione ufficiale.

In finale del premio ArsDigita, il giovane Aaron vinse 1.000 dollari. Ebbe, quindi, una prima gratificazione economica per le sue idee.

Ma furono due gli eventi per lui realmente importanti in questa (prima) occasione pubblica. Era stato premiato con un viaggio al Massachusetts Institute of Technology, il famoso MIT. La culla degli hacker. E aveva conosciuto una persona che lo aveva stupito, e che lo motivò tantissimo: lo scienziato informatico Philip Greenspun, uno dei primi studiosi a sviluppare teorie sulle comunità online.

Greenspun insegnava ingegneria elettronica e informatica proprio al MIT. Al Massachusetts Institute of Technology, l’hacking era una tradizione sacra.

La curiosità regnava.

La violazione degli spazi e dei confini, sia informatici, sia fisici, era diffusissima.

I trucchi per aggirare gli ostacoli, gli strumenti per scassinare serrature e lucchetti o per entrare in sgabuzzini chiusi, erano condivisi ogni giorno e considerati parte della cultura stessa che avrebbe portato all’innovazione.

Soprattutto, erano comportamenti che, generalmente, non venivano sanzionati.

Il MIT era stato fondato nel 1861 da un geologo, William Barton Rogers. Divenne ben presto l’università privata più rinomata per la qualità dell’insegnamento e, soprattutto, dell’attività di ricerca. Era nota per coltivare lo studio delle materie scientifiche (biologia, fisica, chimica, matematica e scienze della terra) anche se, nel tempo, aveva iniziato ad ampliare l’offerta di corsi di studio alle discipline linguistiche, economiche e alle scienze politiche.

La reputazione di cui godeva già ai tempi di Swartz era dovuta, in gran parte, ai sofisticati laboratori che metteva a disposizione degli studenti.

Vi si potevano trovare laboratori d’intelligenza artificiale – dove iniziò a operare, tra gli altri, il teorico del software libero Richard Stallman – un reattore nucleare e vari acceleratori ad alta energia.

Grazie a tali caratteristiche, il MIT aveva iniziato ad attirare le menti più brillanti del mondo. Veniva spesso citato in romanzi, film e telefilm al fine di conferire ai personaggi qualità come grande intelligenza ed eccelse conoscenze scientifiche e tecnologiche.

Gli studiosi dei fenomeni di hacking ricordano come al MIT fosse attivo il celebre Tech Model Railroad Club, un club di appassionati di trenini elettrici, che è considerato il “nido” dei primi hacker al mondo.

Per comprendere il fascino di quell’ambiente, si leggano, ad esempio, questi suggestivi stralci di un post apparso sul blog di Aaron il 25 aprile 2002 (“Boston