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3. L'incontro con Lawrence Lessig     49


Le origini di un’idea di software libero si possono localizzare nel campus del MIT, dove, negli anni Ottanta, prese forma e vita la Free Software Foundation, presieduta da Richard Stallman.

Il software libero è, in estrema sintesi e nell’interpretazione del suo fondatore, un codice informatico che porta con sé una “promessa”. In realtà, le promesse del software libero sono ben cinque, quattro esplicite e una correlata e implicita. Queste prime promesse esplicite sono numerate da zero a tre e sono le seguenti: 0) la libertà di fare funzionare, e utilizzare, il programma per qualsiasi fine; 1) la libertà di studiare come funzioni il programma, e di adattarlo alle proprie esigenze; 2) la libertà di ridistribuire copie del programma con il fine di aiutare il prossimo; 3) la libertà di migliorare il programma e di rilasciare i propri miglioramenti al pubblico, di modo che ne possa beneficiare l’intera comunità dei programmatori e degli utenti.

La prima e la terza libertà portano a un’altra libertà finale, ancora più importante: la necessità imprescindibile dell’accesso al codice sorgente del programma.

Un software che offra agli eventuali utilizzatori tutte queste libertà è considerato libero; un software che non preveda anche solo una di queste libertà, non lo è.

Stallman presentò il suo movimento come una reazione ai cambiamenti che erano avvenuti nell’ambiente di sviluppo del software. Nel mondo che lui aveva conosciuto, i programmatori erano una sorta di “scienziati etici”: lavoravano su problemi d’interesse comune e condividevano la conoscenza che il loro lavoro generava. Stallman creò, allora, una struttura che avrebbe permesso di preservare quell’integrità che i programmatori pensavano dovesse caratterizzare il loro ambiente.

La base di questa struttura sarebbe stata un sistema operativo libero, ispirato da Unix ma non Unix, e chiamato GNU, “Gnu is not Unix”.

In quegli anni, l’obiettivo di Stallman sembrava irraggiungibile, anche perché nessuna persona, e nessun gruppo di volontari, aveva mai avuto successo nel terminare un progetto-software che prevedesse la creazione di un sistema operativo completo. Stallman e i suoi collaboratori iniziarono, però, con piccoli, ma importanti, passi, e crearono un compilatore, GCC, e l’editor Emacs. Tutto questo software fu basato, per quanto riguarda la sua creazione e la sua distribuzione, su quella che molti reputarono l’idea più brillante di Stallman: una licenza d’uso volta ad assicurare che il codice che lui stava costruendo rimanesse per sempre libero.

Dopo sei anni di progetto, tuttavia, a GNU mancava un kernel, il cuore del sistema operativo che fornisce il controllo dell’hardware di un computer.

Questa parte non fu aggiunta da Stallman ma, nel 1991, da Linus Torvalds, uno studente finlandese che avviò, di sua iniziativa, la programmazione di un kernel rilasciato in base a licenza GPL.