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3. L'incontro con Lawrence Lessig     57

sione del copyright avvenuta nel 1976 da quella del 1997. Larry affermò che non vi era nulla di diverso: la sua teoria difensiva avrebbe annullato entrambe. «Forse, allora, dovremmo trovare un’altra teoria», disse uno dei giudici. Mi aspettavo che Larry spiegasse ai giudici come il Congresso potesse fissare il diritto d’autore a qualsiasi limite ragionevole ma che, poi, dovesse rispettarlo e non, invece, estenderlo retroattivamente alla sua scadenza. Ma non lo fece. Pensavo che Larry stesse facendo un pessimo lavoro, finché non è arrivato il Solicitor General Olson (l’uomo che ha difeso Bush in “Bush contro Gore”). I giudici hanno vissuto una giornata campale con lui. Rehnquist gli fece ammettere che un copyright perpetuo avrebbe violato la Costituzione. Kennedy gli fece ammettere che anche un copyright obiettivamente perpetuo (novecento anni) sarebbe stato una violazione. Il giudice Breyer sembrava avere in testa un foglio di calcolo da economista. «Bene, quindi 2,4 miliardi di dollari sono andati ai titolari di diritti d’autore. Questa legge darà loro 6 miliardi di dollari in più. E l’incentivo aggiuntivo che ne deriva è pari a zero. Lo considero un aspetto negativo. Inoltre, si prevedrà, diciamo, un miliardo di dollari per la ricerca dei titolari di copyright in questo intricato sottobosco legale – e per molti non sarà possibile trovarli, un costo incommensurabile! Questi sono i costi. Per quanto riguarda i benefici, vedo l’unificazione [e altre due cose che ho dimenticato - ASw]. Quali sono, secondo lei, i benefici?». «Beh, c’è l’armonizzazione con l’Europa», disse Olsen, «che riduce...». «È l’unificazione», ha detto Breyer. (Lessig(?) ha osservato che se la Francia approvasse una legge che non concede il diritto d’autore ai discorsi d’odio, a causa del Primo Emendamento non saremmo in grado di armonizzarci con essa. Allo stesso modo, se l’Unione Europea estendesse il diritto d’autore in modo tale da violare la Clausola sul diritto d’autore, non possiamo armonizzarci). Olson non è riuscito a pensare ad altri vantaggi.

Il resoconto di Aaron del processo, nonostante qualche passaggio più strettamente processuale si manifesti, per lui, particolarmente oscuro, continua in maniera certosina.

Un giudice ha chiesto in che modo l’estensione di vent’anni del diritto d’autore di una persona morta possa incentivarla a promuovere la scienza e le arti utili. Il [famoso autore classico morto] era seduto lì e pensava, «beh, scriverei ancora qualcosa se solo il copyright durasse altri 20 anni dopo la mia morte?» (Risate dal pubblico). Olson ha detto che l’editore sarebbe stato in grado di distribuire di più le opere. Ah, ha scherzato un giudice, credo che dovremmo dare a qualcuno i diritti d’autore di Shakespeare, visto che, a quanto pare, non c’è alcun incentivo a distribuire le sue opere. Molti giudici hanno ripetuto che ritenevano che si trattasse di una legge stupida, che impediva alle opere di finire nel pubblico dominio senza alcuna giustificazione. Ma avevano difficoltà a trovare un modo per dichiararla incostituzionale senza dover annullare anche l’estensione del 1976, cosa che, evidentemente, non volevano fare. Nessun giudice ha detto di ritenere che la legge fosse una buona idea. Sono rimasto impressionato dall’intelligenza dei giudici. Si trattava di persone che comprendevano a fondo le questioni e ragionavano in maniera rapida. Erano interessati agli effetti di lunga durata e all’impatto sui