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72      Aggiustare il mondo


E se ci fosse una biblioteca – s’immagina Aaron sul suo blog – che possa contenere ogni libro pubblicato? Non solamente ogni libro in vendita, od ogni libro ritenuto importante, e neppure soltanto ogni libro in una determinata lingua ma, semplicemente, ogni libro. L’intera eredità culturale del nostro pianeta.


Una volta lanciata la proposta, Aaron inizia a elaborare, da un punto di vista logico e informatico, i passaggi necessari per concretizzarla. E ha le idee chiare.


Per prima cosa – scrive – questa biblioteca deve essere, ovviamente, su Internet. Non esiste, al mondo, uno spazio fisico che sia così grande, o universalmente accessibile, come lo potrebbe essere un sito web aperto a tutti gli utenti. Il sito si presenterebbe proprio come Wikipedia: una risorsa pubblica, accessibile a chiunque, in qualsiasi Paese e che altri utenti potrebbero rielaborare in formati differenti. In secondo luogo, la biblioteca che ho in mente deve essere completa. Comprenderebbe le indicazioni bibliografiche provenienti da ogni biblioteca esistente ma, anche, da ogni editore e, persino, da ogni utente occasionale della rete che volessero condividerle con altri. Questo sito web sarebbe collegato a portali commerciali dove ogni libro potrebbe essere acquistato/venduto, preso in prestito o scaricato. Il sito prenderebbe la forma, anche, di una raccolta di recensioni, citazioni, discussioni e di ogni altro dato, e informazione, riguardante quel libro. Ma la cosa più importante è che una biblioteca simile dovrebbe essere completamente aperta. Non solo una biblioteca “gratis per tutti”, com’è scritto a caratteri cubitali all’ingresso della Carnegie Library di Pittsburgh, ma un vero prodotto di tutti, che consenta, a chi ne abbia la voglia, di creare, e curare, il suo catalogo, di contribuire al suo contenuto, di partecipare alla sua gestione e di avere accesso completo, e libero, ai suoi dati. In un’epoca in cui i dati delle biblioteche, e le banche dati in rete, sono gestiti dietro “porte chiuse” da aziende a scopo di lucro, diventa oggi più importante che mai essere veramente aperti.


In concreto, partendo dalle idee di Aaron, il processo di costruzione di questa Open Library ruotò attorno a una pregevole iniziativa già esistente, denominata “Internet Archive”: si trattava di un progetto che riuniva, a San Francisco, un piccolo ma agguerrito gruppo di persone molto interessate a simili possibilità.

L’avvio fu estremamente dinamico: i fondatori recuperarono una copia del catalogo della Library of Congress ed effettuarono decine e decine di telefonate ai responsabili di case editrici per chiedere loro i dati relativi ai libri pubblicati.

Contestualmente alla raccolta dei dati di libri, i primi soci pensarono a come creare un’infrastruttura completamente nuova, che fosse in grado di ospitare una banca dati e che potesse processare milioni di schede.

Decisero di progettare il codice di questo sito web utilizzando, e aggiornando, la tecnologia wiki: ogni singolo utente avrebbe potuto inserire, così, dati già strutturati.

Il tocco finale fu la progettazione di un motore di ricerca per il sito e la previsione di un’interfaccia grafica che fosse semplice e piacevole alla vista e all’uso.