Pagina:Agostino Fantini Della utilità delle faggete 1803.djvu/19

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ficazione, e dalla custodia in vasi di vetro pieni, e ben chiusi lo scano del passaggio all'acredine, la quale il pia delle volte è dovuta alla sostanza estruttiva mucosa, che si acidifica per la fissazione in essa dell'ossigeno atmosferico. Allo scopo di esaminare la differenza di questi tre Olj di recente espressi, si sono filtrati per carta bibula all'oggetto di separarli dalla parte mucilaginosa più grossa, e dal parenchima: indi poi si sono sottoposti alle seguenti osservazioni.

Esplorato l’Olio di Amandorle dolci contro la luce presentò colore cedrino: accostato alle narici, l’odore non fu spiacevole: il palato non seppe distinguere gran forza di sapore. L’Oglio di semi di Faggio si dimostrò giallognolo, senza verun odore, ed il sapore tendente al dolce. L’Olio di semi di Lino si presentò giallastro, privo di sapore, e di odore simile a quello del seme stesso contuso. Dopo ciò si ricorse all’esame delle specifiche gravità, e a tal fine si prese un piccol vaso di vetro, della capacità d’una delle nostre once mediche d’acqua pura distillata; (quando nomino misure di peso intendo sempre di indicare le Bolognesi) tal vaso si riempì d'Olio di Amandorle dolci. La bilancia mostrò il peso di ottave sette, e grani sessantaquattro. Lo stesso vaso fu poi riempito d’Olio di Faggio; mancò questo di due grani al peso dell’Olio di Amandorle dolci. Finalmente nella stessa maniera si assoggettò all’esperimento quello di Lino, e si trovò del peso di once una, e grani sei. Da ciò si rileva la specifica gravità maggiore dell’Olio di Lino, minore di quello di Amandorle dolci, e meno ancora di quello di Faggio.

Dopo tali osservazioni si passò all’esame della combustione dei tre Olj. Quindi si presero quattro ottave per ciascheduno di essi, e poste in tre distinti recipienti, unendovi un lucignolo di cotone, ciascuno di eguale grossezza, e lunghezza, e poi collocati in una camera, in cui l'ambiente si trovava al grado di temperatura del Termometro di Reaumur, accesi ad un punto i tre lucignoli, l'Olio di Faggio, e quello di Amandorle dolci arsero con bianca fiamma brillante, e senza apparenza di fumo visibile: l’altro poi di Lino manifestò fumo, e fiamma pallida, di rosso colore all’apice, formando facilmente del carbone alla sommità del lucignolo. La fiamma dell’Olio di Amandorle dolci fu la prima a morire: visse due ore, e dieci minuti: la seconda a mancare fu quella dell’Olio di Faggio, la quale si mantenne attiva per l’intervallo di ore due, e minuti ventotto: si estinse in ultimo la fiamma dell’Olio di semi di Lino dopo tre ore, e cinque minuti dal momento del accensione.

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