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Ai Venerabili Parrochi e Clero della Diocesi di Samminiato salute nel Signore, e la nostra Pastorale Benedizione.




Fratelli e Figli Dilettissimi, nel corso omai compiuto della nostra prima Pastorale Visitazione, nella quale procurammo di ricercare con tutta la sollecitudine quale lo stato si fosse dei Pastori, e quale delle pecorelle, se dovemmo in generate consolarci, e confermarci nella vantaggiosa idea, che nonostante gli sforzi dei seguaci di Belial, veri figli di perdizione, nonostante le mene dei Settarj, che travagliano senza posa all’opera infanda dell’abbattimento dell’Altare e del Trono, la Fede, prezioso dono del cielo, spiega tuttora il suo vessillo per le nostre contrade, e sempre alberga nei petti dei nostri amatissimi Diocesani; pure siamo costretti a confessare essere la nostra consolazione intorbidata al vedere, che alla Fede mal corrispondano le opere, che molti si chiamino paghi di alcune pratiche esteriori di Religione, dell’esercizio superficiale di qualche virtù, ma frattanto vivano a seconda delle loro passioni, e per le tortuose vie del vizio s’incamminano verso il precipizio estremo. Deh! Venerabili fratelli, nostri collaboratori nell’opera del Ministero Santo, a noi per certo s’appartiene porre un’argine al torrente delle umane prevaricazioni, a noi sentinelle poste dalla Divina Provvidenza alla custodia della Casa del Signore aspetta l'officio di levare alto la voce, di avvertire del periglio imminente, di richiamare i traviati sul retto sentiero; a noi Pastori della mistica greggia è stato affidato l’onere non pure di guardare le rispettive pecorelle dalle insidie dei lupi, dai pascoli insalubri, o di veleno cospersi, e dalle ingorde fauci dell’infernale leone, ma altresì di conoscerne il numero, le sembianze, le qua-