Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/110

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Il picciol ramuscel che ’l raspo tiene,
Lo tronca in tanto che venir non possa
210Più nutritivo umore a dargli forza;
Me’ il coglie avanti ch’appassito alquanto
Il natural vigor vede dal sole.
Poiché riposto è il vin, poiché la fine
Felice al vendemmiar donata ha il cielo,
215Sol resta il riguardar mattino e sera
Ciascun suo vaso; e se mancato il vede
Dal focoso bollir che assai consuma,
Prenda il medesmo vin d’un’altra parte,
E ’l riempia sovente: e chi nol cura,
220Sol si doglia di sé; ché nulla cosa
Può medicar il vin che resta scemo.
Indi che ’l sol la venenata coda
Tocca dello Scorpion, già truova posa
Il bollente vapor: tu chiama allora
225E l’amico e ’l vicin, che venghin teco
Nel cavo albergo; e con dolcezza e riso,
Di quanti ivi son vasi, ad uno ad uno
Gustar conviensi: e vadan lunge allora
I severi censor, quei ch’han vergogna
230D’errar talvolta; che in quel giorno è lode
D’aver tremante il piè, la lingua avvinta,
Lieto il pensier, e non saper soletto,
Senza molto cercar, trovar l’albergo.
Divisando ivi allor, di tempo in tempo
235Lasce