Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/128

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Dentro al terren che più conface a loro:
695E la Libra e l’Astrea vedrà per pruova,
Ch’ai duo Pesci e ’l Monton non cede in questo.
Ove più scalda il sole, ove è più secca
La piaggia e ’l monticel, tale stagione
Vie più giova al piantar, che l’altra prima,
700Perché il verno ne vien, che sopra stringe
Il ghiacciato terren che sotto scalda;
E ’l sovente cader di piogge e nevi
Gli dona tanto umor, che dentro forma
Salde radici; e come torna aprile,
705Vien pullulando, e tal vigore ha preso
Per sì lungo riposo, ch’ei non teme
L’aspra sete e ’l sudor di Sirio ardente.
Nell’istessa stagion si puote ancora
Disramar e potar le vigne e i frutti,
710E dar forma a ciascun; riguardo avendo,
Ch’ove è più forte il giel, s’avanzin l’opre;
Ritardando il lavoro, ove più scalde
Il pio raggio solar, quasi al novembre.

Or, quantunque le vigne e l’altre piante
715Per la soavità dei frutti suoi
Ci abbian fatto parlar sì lungamente
Della cultura lor, porre in oblio
Non si devrien però le biade e i campi,
Sendo il tempo miglior, ch’accresce e scema
720La mercede a ciascun secondo i merti.