Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/145

Da Wikisource.

Ma traversando il dorso umile e piano
290Con soave dolcezza in basso scenda.
Guardi poi tutto quel ch’egli ave in cura:
Pensi al bisogno ben; ch’al maggior uopo
Non s’avveggia il villan, che i buoi son meno
Di quel ch’esser devrieno al suo lavoro.
295Là dove il campo sia vestito e culto
Del sempre verde ulivo o d’altra pianta,
Solo a tanto terren ne basta un paro,
Quanto in ottanta dì solca un aratro:
Ma nell’ignudo pian non gli è soverchio
300Lo spazio aver, che cento giorni ingombra.
Pur si deve avvertir che non son tutti
Simiglianti i terren: quello è pietroso;
Quello è trito e leggier; quello è tenace,
Che ritrar se ne può il vomero appena:
305Onde spesso l’oprar s’affretta o tarda;
Ma la pruova e ’l vicin ti faccian saggio.

Già perché spesso pur bisogno avviene
O d’albergo cangiar non bene assiso,
O d’un nuovo compor, che sia ricetto
310Del maggior tuo figliuol che già più volte
Veduto ha partorir la sua consorte;
E la famiglia è tal, che fa mestiero
D’altra nuova colonia addurre altrove;
Ora è il tempo miglior di porre insieme
315E la calce e le pietre e i secchi legni,