Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/193

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Il corbezzolo umìl che lui simiglia
Se non mostrasse il suo dorato e d’ostro
Diverso frutto: e di costor ciascuno,
670Caldo vorrebbe il ciel, la terra asciutta
Qual ha il lito marin; ma il busso e ’l lauro
Pur del freddo aquilon si allegra al fiato.

Or qui, più d’altro, aver deve il cultore
L’alma verde odorata e vaga pianta
675Che fu trovata in ciel, che ’l pome d’oro
Produsse, onde poi fu l’antica lite
Tra le celesti Dee, ch’al terren d’Argo
Partorì mille affanni, e morte a Troia;
Quella ch’entr’ai giardin lieti e felici
680Tra le ninfe d’Esperia in guardia avea
L’omicidial serpente; ond’a Perseo
Fu tanto avaro alfin l’antico Atlante,
Ch’ei divenne del ciel sostegno eterno:
Dico il giallo limon, gli aranci e i cedri,
685Ch’entr’ai fini smeraldi, al caldo, al gielo
(Che primavera è loro ovunque saglia,
Ovunque scenda il Sol) pendenti e freschi,
Ed acerbi e maturi han sempre i pomi,
E ’nsieme i fior che ’l gelsomino e ’l giglio
690Avanzan di color; l’odore è tale,
Che l’alma Citerea se n’empie il seno,
Se n’inghirlanda il crin, qualor più brama
Al suo fero amator mostrarse adorna.