Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/22

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poi di Macon. Nè men caro egli fu al re Arrigo II., succeduto al re Francesco nel 1547; e da lui ebbe in dono un gran giglio d’oro, e fu inviato a’ Genovesi nel 1551. Finalmente a’ 18 d’aprile del 1556 chiuse i suoi giorni in Amboise ove allora era la corte.

Le Opere dell’ Alamanni, che tutte sono in versi toscani, furono pubblicate la prima volta in Lione in due tomi nel 1532 e nel 1533; e in esse contengonsi Elegíe, delle quali fu egli un de’ primi ad usare in verso italiano; Egloghe, Satire, Sonetti, Inni (del qual genere di componimenti egli prima di ogni altro arricchì la nostra lingua), Salmi penitenziali, Stanze, Poemetti, Selve, e la Traduzione dell’Antigone di Sofocle. Di tutte queste poesie grande è l’eleganza e la grazia, per cui l’Alamanni è a ragione additato come uno de’ migliori poeti; e avea in ciò sortita sì felice disposizione dalla natura, che anche all’improvviso dettava sonetti e stanze con ammirabile felicità. Assai maggior fama però gli à ottenuta la sua Coltivazione, stampata la prima volta magnificamente in Parigi da Roberto Stefano nel 1546; poema in versi sciolti, a cui