Madre gli fu quella scoscesa balza,
Dove l’annoso fiesolano Atlante, 455Nel più fitto meriggio e più brillante
Verso l’occhio del sole il fianco innalza.
Fiesole viva, e seco viva il nome
Del buon Salviati, ed il suo bel Maiano:
Egli sovente con devota mano 460Offre diademi alle mie sacre chiome,
Ed io lui sano preservo
Da ogni mal crudo e protervo;
Ed intanto
Per mia gioia tengo accanto 465Quel grande onor di sua real cantina
Vin di val di Marina.
Ma del vin di val di Botte
Voglio berne giorno e notte,
Perchè so che in pregio l’hanno 470Anco i maestri di color che sanno:
Ei da un colmo bicchiere e traboccante
In sì dolce contegno il cuor mi tocca,
Che per ridirlo non saria bastante
Il mio Salvin, c’à tante lingue in bocca. 475Se per sorte avverrà, che un dì lo assaggi
Dentro a’ Lombardi suoi grassi cenacoli,
Colla ciotola in man farà miracoli
Lo splendor di Milano, il savio Maggi.
Il savio Maggi d’Ippocrene al fonte