Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/94

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Io vidi molti già, che troppe diero
Al possente marito in guardia spose:
Ma il discreto pastore, a fin che il seme
Venga di più valor, soverchie estima
590Chi di due volte sette il segno avanza;
E con gran cura, pria che s’appresenti
Sopra i campi d’amor, lo tien lontano
Quanto pena a passar due segni Apollo,
Sempre di biade e fien pasciuto e grasso.
595Ma sia guardato ben: che s’ei potesse
Colla mente spiar là dove sono
L’alme consorti sue, non fiumi o stagni,
Non solitarie selve o monti eccelsi,
Non di lupi terror, non lacci o ferro
600Lo porian ritener; ché ’l foco invitto,
Vener, che vien da te, lo scalda in modo,
Ch’altro non sa veder che quel ch’ei brama:
Come esser suole al dipartir del verno,
Poiché zeffir disfà la neve e ’l ghiaccio,
605E larghissima pioggia il ciel ricopre,
Torrente alpestre che repente cade
Di salto in salto, e che spumoso e torbo,
Quanto trova in cammin, l’abete, il faggio,
L’antichissime pietre, i colli colti,
610Con tal orrendo suon conduce al piano,
Ch’empie tutti i vicin di doglia e tema.
E se ’l fero rival per caso incontre,