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Pagina:Albertazzi - Il diavolo nell'ampolla, 1918.djvu/201

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Il diavolo nell'ampolla 193


coscienza. Indi, a poco a poco, seguiva un languore, un assopimento benefico.

Finchè, a due terzi della lezione, il priore mandò un fragoroso sospiro, e dopo, alto, un grido di gioia.

Destati, i fraticelli balzarono in piedi; guardarono; videro. Miracolo! Il miracolo del messo di Dio! — Laus Deo! Osanna! — E corsero a sciogliere il redento. E — laus Deo! laus Deo!— tutti si inginocchiarono ed elevarono braccia e voci in rendimento di grazie al Signore. Salvo! Il priore era salvo! Tedeum!

Ma poichè fu cantato il Tedeum! accadde un fatto forse più strano della stessa liberazione che aveva sollevato gli animi oppressi: l’erudito, fedele al suo metodo, per cui non abbandonava mai un argomento senza averlo, secondo diceva, sviscerato o esaurito, ripigliò il discorso dal punto in cui era rimasto interrotto. Come se nulla fosse accaduto! Come se a colui non importasse nulla del gaudio che rianimava tutto il convento, dell’esultanza in cui tutti i monaci furono concordi quasi per una comune resurrezione!

E allora sdegnati, essi non videro più nel dotto di Koenisberga l’angelo salvatore ma lo