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52 | il diavolo nell'ampolla |
mava tutto. E allora essa si ritrasse ostile e gli rivolse un’occhiata livida. Ah che atroce patire doveva essere, se una bambina, quella bambina, la sua bambina, aveva potuto esprimere dal piú profondo senso vitale tant’odio, mostrarsi così crudele, spietata! O forse era quell’occhiata il primo indizio della demenza?
— Voglio la mamma! — urlava tentando staccarsi dalle braccia tenaci.
Egli la tratteneva preso da un’altra paura, che fuggisse e si smarrisse, insana, per la campagna.
— Voglio la mamma! — urlava divincolandosi con tutte le forze; ed egli la teneva con tutte le forze. Lottavano, il vecchione ottantenne e la bambina di sei anni. Ma vinta, disperata, lei piegò le gambe, e lui vinto, disperato, la lasciò abbattersi ai suoi piedi.
E per non vederla svenuta o in convulsione, povero vecchio impotente, reclinò il capo e invocò dal Cielo una fine.
Perchè, Dio? perchè? Da cinque anni campava inchiodato in una scranna, e non aveva bestemmiato mai; e la gente diceva: — Siete bello, nonno! Ammiravano la sua pazienza e la sua virtù. Rassegnato, lui, che era stato un lavoratore, un gigante! E, in coscienza, era buono. Se sgridava, sgridava sempre per buon