Pagina:Albertazzi - Novelle umoristiche.djvu/127

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il cappello del marito 113


Quattro anni, da quando lei stessa interrogava, interessata e preoccupata, intorno alle imprese commerciali dello sposo, non erano dunque trascorsi indarno?

Giulio Galardi prese animo.

— Lascia parlare a me — interruppe. E si diede a raccontare un fatto, a suo dire, della cronaca mondana: una storia la quale egli rese pietosissima addossando tanta volgarità e brutalità a un marito e tanta bontà e gentilezza a una moglie, che in questa pareva scusabile qualunque pazzia.

— Bene; chi lo crederebbe? — Giulio esclamò vedendo commossa la signora Giovanna. — La marchesa, la vittima, sul punto di cedere a un gentiluomo perfetto che l’ama da anni e che essa ama, si pente, respinge l’amante, si rinchiude in casa e confessa tutto al marito!

Alfonso fece:

— Meno male!

— No; malissimo, dico io — ribattè Galardi. — E lei, signora Giovanna?

Giovanna chiese:

— Il marito ha poi mutato carattere?

— Che! Peggio di prima!

— Allora la marchesa poteva aspettarsi a confessarsi a un prete.

— Ma prima del peccato o dopo? — Galardi incalzò.

— Oh! Prima.