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128 | efficacia d’una giarrettiera |
portanza all’aneddoto, che altrimenti egli avrebbe narrato in due parole, e già a disagio per quelle interruzioni inopportune, il buon curato procedè meno sicuro.
— Quella vedova era mia penitente.
— Uhm!...
Uhm! che cosa?... — Penitente sincera, fervida! Pareva. Mi chiedeva anche dei consigli....
— Di che genere?
— ....aveva una questione con i parenti del marito e voleva mettermi in mezzo per riconciliarsi.
— Al solito; un pretesto.
Spento il sole, la faccia che non riceveva più riverbero, rincupiva. Si pentiva don Giuseppe d’aver ceduto all’apparente indulgenza di un inquisitore interruttore. Nè poteva fidarsi alla fantasia e attenuare o accomodare il racconto; giacchè a un certo punto, al punto capitale del fatto, era inevitabile arrivarci.
— Un giorno dunque, tutt’allegra, la vedova mi chiamò in casa sua. Aveva proposte di conciliazione; ed era allegra.
— Lætitia, periculosa....
— Io la consigliava a non fidarsi degli avvocati.... Ma in quel mentre la punta d’un suo piede, di lei, faceva toc toc per terra.
Invece d’interrompere, questa volta padre Ignazio sorrise; rianimando così il povero amico.
Oh forse era meglio, per dilettar un gesuita che sorrideva in quel modo, in quel certo mo-