Pagina:Albertazzi - Novelle umoristiche.djvu/228

Da Wikisource.
214 una “scampanata„


— Viva gli sposi!

— Ehi! Faziòla! Il primo che nascerà voglio tenervelo io al battesimo!

— Guardatevi dai compari, Fulgenzio!

— Adesso che ha moglie, Fulgenzio diventerà caporale anche lui!

— No, no! la Faziòla non gli farà torto!

— Fulgenzio è geloso!

— Fulgenzio è pacifico!

— Viva gli sposi!

— Viva l’allegria!

Il trombettiere impose silenzio.

— Zitti! state zitti! — e avventava scapaccioni ai ragazzi più ostinati nel frastuono. — Adesso gli sposi ballano la monferina! — La proposta fu accolta da applausi; la monferina fu intonata dalla tromba, cantata e zufolata; mentre altri tentavano di convincere Fulgenzio, il quale si schermiva con ambedue le braccia.

— Ho gambe da ballare io, matti che siete? — Rideva dimenandosi fra le mani e le braccia che l’urtavano, lo spingevano.

— Avanti! Forza! — Forza, Fulgenzio!

— Lasciatemi stare! Lasciatemi andare!

Ma la Faziòla diede al marito la prima prova di abnegazione; una gran prova, anzi, di virtù. Comprendendo che per acquetarli era necessario che lei almeno accondiscendesse, tosto s’adattò al ballo con l’agilità e la disinvoltura de’ suoi vent’anni e del ballerino che combinò a saltarle di contro.