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come finì la modestia 237

realtà le faville, se non acciecano, vanno a finire in niente, proprio come questi sogni letterari!

Réclame: — E che importa se ti paion sogni? Purchè tu ne sia esclusa.

Modestia: — Ma anche lei, signora...; mi permetta dirle che anche lei ne è esclusa. Non è mica la Gloria lei!

Réclame: — La Gloria è un’illusione, di cui io sono la realtà! Vedi? Tu stessa non ragioni più, perchè madama Ragione, tua bisavola, è morta, non solo in arte, da un pezzo!

Modestia: — Però io spero che non tutti i letterati d’Italia vagheggeranno conquiste d’arcipelaghi o invocheranno il dio Terremoto.

Réclame: — Se non tutti, molti! molti! Perchè al Verbo dei maestri, i discepoli divengono armento. E se è vero che i discepoli sempre esagerano i meriti dei maestri, non sola tu, ma anche tutti i tuoi parenti prossimi e lontani sono spacciati! La Morale e l’Onore si suicideranno a vicenda, come due amanti infelici; le Virtù Teologali e Cardinali emigreranno nel centro dell’Affrica, dove non siano ancor giunti superuomini. Tu dove andrai?... Quo vadis?

Modestia: — .... Quanto soffrire, o mio Dio, che insegnasti «Chi si esalta sarà umiliato»! Dove andrò?... Non troverò nemmeno un letterato vecchio o non più giovane che mi protegga?

Réclame: — Non dubitare, cara mia, che pur cotesti vecchietti amano me con animo pronto,