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242 | come finì la modestia |
a piedi, a piedi scalzi e senza un soldo in tasca; così quando arrivassi alla terra degli Esquimesi troveresti ch’essi avrebbero già attaccati ai loro blocchi di ghiaccio, duri più del marmo, gli avvisi di casa Bertelli e di casa Suchard; e quando arrivassi nel cuore dell’Affrica, troveresti i cannibali già intenti a leggere i romanzi italiani tradotti in francese.
Ma ecco i miei fedeli. — To’! Me l’aspettavo! Sono tutti ubbriachi fradici. Anche i poeti, che, poverini, han preferito Lieo al Grande Pan....
Postiglioni, mi raccomando a voi....
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Addio, Modestia, fatti coraggio!
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Un urlo straziante, una scossa della vettura.... Che cosa è stato? Ah niente! S’è gettata la Modestia fra le zampe dei miei puledri, sotto le ruote del mio cocchio. Una maniera di suicidio che Maupassant trovò per uno de’ suoi personaggi: un plagio; e neanche i plagi commuovono più le fantasie! Poi, bel gusto ammazzarsi in una campagna solitaria ove non c’è nessuno a provar raccapriccio! Inutile a sè stessa in vita, neppure morendo la Modestia ha saputo provvedere alla propria fama. Doveva finire così!